“Mi consigli sempre di non lasciare i soldi sul conto corrente, ma in quali strumenti devo investirli?” Oppure, “Cosa devo fare?” o ancora “Quanto devo investire?”.
Gli obiettivi da raggiungere
Qualsiasi strumento finanziario o modalità di investimento è sempre per definizione sbagliata se non ti focalizzi sui tuoi obiettivi.
È necessario partire da una consapevolezza profonda che inizia nel prendere atto che i rendimenti non sono più dove noi italiani siamo sempre stati abituati a trovarli. Titoli di stato, obbligazioni bancarie, certificati di deposito, libretti postali da una parte. Oro, case e palazzi dall’altra.
Sono comportamenti di investimento consolidati che avevano, se così vogliamo dire, il vantaggio, del tutto apparente per la verità, di non richiedere un'intensa opera di “pianificazione finanziaria”.
Ma, allora oggi, dove sono i “rendimenti”?
La fonte di tutti i rendimenti finanziari oggi si trova dove si generano innovazione, crescita ed occupazione e dove si generano utili aziendali, nelle imprese.
Infatti, se ci pensi bene, per pagare gli interessi di una obbligazione societaria occorrono utili. Affinché le banche possano pagare rendimenti sulle obbligazioni emesse, le imprese devono pagare interessi. E per quanto riguarda il rendimento dei titoli di stato, esso può essere assicurato nel tempo sole se c'è crescita economica.
Ma allora se i rendimenti stanno nelle aziende, dobbiamo diventare tutti imprenditori? No, non è questa l’unica risposta possibile!
Noi investitori possiamo acquistare azioni sul mercato, possiamo comporre portafogli diversificati per area geografica, settore e dimensione. Essi ci consentono di non sopportare il rischio della singola impresa, ma di godere dei rendimenti generati dalle imprese e dagli imprenditori.
Va comunque compreso in modo chiaro che una parte del nostro portafoglio deve essere investita in “azioni”.
Quanto è necessario investire?
Ancora una volta, dipende tutto dalle nostre esigenze e dai nostri obiettivi. Quindi ancora una volta torniamo a parlare di “pianificazione finanziaria”. Dobbiamo cioè assicurarci di avere in portafoglio “il motore” di tutti i rendimenti, cioè le azioni.
Ma noi siamo investitori non imprenditori e quindi il nostro investimento deve essere “diversificato” , “massimamente diversificato”. Questo modo di impostare i tuoi investimenti ti assicura di non commettere errori.
La differenza tra imprenditore e investitore
Un imprenditore rischia il proprio capitale investito e può, se è abbastanza bravo, guadagnare moltissimo.
Un investimento diversificato in titoli azionari genera soddisfacenti rendimenti nel tempo senza rischio di perdita del capitale investito. Questo perché spalma il rischio su molte aziende riducendo il rischio di perdita del capitale investito nel lungo periodo.
Possiamo anche investire in obbligazioni societarie, cosiddette “Corporate”, per ridurre il rischio delle oscillazioni degli utili. Anche in questo caso, però, occorre evitare la “concentrazione” su pochi emittenti, anche e soprattutto quando i rendimenti sono alettanti o molto alettanti.
Le due regole d’oro per le obbligazioni
I nostri investimenti obbligazionari devono essere complessivamente:
- ZERO rischio “default”.
- ZERO rischio di “fallimento”.
Questo si può fare attraverso una opportuna “diversificazione” degli emittenti, questo assicura soddisfacenti rendimenti nel tempo e garanzia del capitale.
La stessa regola vale per i titoli di debito dei paesi emergenti o dei paesi sviluppati.
E i nostri amati “titoli di stato italiani”? In questo caso è preferibile detenerli in un portafoglio di emittenti di area Euro. In sostanza anche in questo caso il principio è sempre lo stesso.
Come diversificare gli investimenti
Lo strumento “Principe” per ottenere un’ampia “diversificazione” azionaria ed obbligazionaria, è senz'altro un Organismo di Investimento Collettivo del Risparmio, quote di un fondo comune di investimento o di una Società di Investimento a Capitale Variabile, le SICAV, oppure una polizza Unit Linked.
Su questo non c'è dubbio alcuno, possiamo comporre portafogli intelligenti di fondi, SICAV e Unit Linked, ricercando massima “personalizzazione”, “efficacia” ed “efficienza, seguendo il principio cardine della “diversificazione”.
Inoltre, devi anche sapere che si può investire in soluzioni che sono pensate per l'ottimizzazione fiscale, per la previdenza, per il passaggio generazionale, sfruttando le prestazioni garantite da una compagnia di assicurazione.
La creazione di un piano di investimento ruota attorno allo stesso “ motore di rendimento” che deve essere sicuro, efficace ed efficiente e sostenibile, attorno al quale è possibile costruire diverse soluzioni di investimento personalizzate.
Investire negli (amati) immobili
Il principio della “diversificazione” vale anche per loro, non si fanno eccezioni. Ma a patto che i vecchi comportamenti di investimento devono essere superati senza “se” e senza “ma”.
La composizione del nostro portafoglio investito deve quindi essere sempre improntata alla diversificazione, che quindi può anche prevedere la presenza di investimenti immobiliari.
In conclusione la “totale assenza di concentrazione” deve essere la regola principale nel costruire le soluzioni di investimento, perché la “diversificazione” è il “vaccino” che protegge i nostri investimenti nel tempo e li rende resistenti agli scossoni e alle imprevedibilità dei mercati.