Maggio 25

Non voglio rischiare

0  comments

“Capisco l’importanza di investire, ma dall’altra, non voglio perdere i miei soldi, non voglio rischiare nulla!”.

Quante volte ho sentito pronunciare questa frase! E' legittimo e comprensibile che ci si preoccupi di evitare azioni spericolate in borsa, così come nella vita di ogni giorno.
Rischiare è una condizione costate di tutti noi, quotidianamente ci esponiamo a dei rischi dal momento in cui ci alziamo al mattino e sino a quando non ci corichiamo la sera.
Scendere le scale di casa, prendere la bicicletta, salire in auto, attraversare la strada, salire in ascensore e con livelli di rischio differenti, ma anche al lavoro il rischio è in agguato.

La vita ci espone a rischi continui e certezze non ne abbiamo mai, negli investimenti finanziari vale la stessa regola.
Non voglio rischiare è una frase che nasconde un disagio e questo va compreso e ad esso vanno date risposte, trasparenti e concrete.
La finanza comportamentale ci insegna che è proprio “la paura di perdere fa perdere soldi”.

Il ruolo del consulente è quello di generare valore per l'investitore nonostante le “inutili e dannose” paure che il cliente può manifestare.

Vediamo un esempio concreto: ognuno di noi accetta una buona parte dei rischi che ci circondano nella vita quotidiana. Quindi normalmente non ci allarmiamo se per andare a lavoro prendiamo l'auto e guidiamo circondati dal traffico del mattino. Se a causa di un tamponamento rinunciamo ad usare l'auto, significa che abbiamo superato la nostra soglia di "tolleranza al rischio". Questo significa che la manifestazione del rischio ha fatto cambiare la nostra percezione della probabilità che un determinato evento si verifichi.

Così facendo ci convinciamo in una certa misura che il tamponamento sia “la regola” e non “l'eccezione”.

C'è però un ulteriore elemento di cui possiamo tenere conto, la “capacità di rischio”, cioè l'oggettiva capacità di sopportare il rischio.
Questo, nel nostro esempio, si traduce nel fatto che andare al lavoro in auto comporta un rischio che “oggettivamente” possiamo sopportare, cioè è un rischio che ha un “prezzo” ben preciso e definito: il premio di un assicurazione.

Negli investimenti finanziari, questi concetti hanno una loro immediata applicazione:

  • la propensione al rischio, il cosiddetto "appetito per il rischio", ci guida nella ricerca del rendimento per il nostro capitale investito.
  • La tolleranza al rischio , si manifesta quando modifichiamo il nostro comportamento di investimento dopo una crisi.
  • La capacità di rischio, è un concetto chiave e si traduce nell'oggettiva quantità di rischio che possiamo sopportare senza che il nostro tenore di vita debba cambiare.

Il consulente finanziario, ha quindi un ruolo fondamentale: misurare la capacità di rischio, renderla comprensibile, ridurre l'impatto emotivo delle perdite e accompagnare il cliente offrendo uno scenario oggettivo che può essere gestito tecnicamente ex ante, con gli strumenti opportuni sia finanziari e sia assicurativo.
Nell'ambito della “pianificazione finanziaria” , la capacità di rischio è un momento essenziale per fare le scelte giuste, senza cadere nelle “inutili e costose” paure del futuro incerto.

Fin qui la spiegazione razionale, ma probabilmente manca ancora qualche elemento determinante per completare il quadro.
Se pensiamo razionalmente ci dimentichiamo che noi esseri umani spesso non ci comportiamo razionalmente e infatti alle volte percepiamo perdite dove perdite non ci sono.

Se le perdite “percepite” sono diverse delle perdite “effettive” tutto lo scrupoloso lavoro fatto prima corre il rischio di essere inutile.

Le oscillazioni, sono del tutto fisiologiche ed è naturale che il valore del nostro patrimonio oscilli nel tempo. Questo non determina in sè delle perdite di capitale!

  • solo un errato orizzonte temporale di investimento determina perdite.
  • Solo aver bisogno, “oggettivamente bisogno”, non “emotivamente bisogno”, di soldi in tempi non previsti può comportare perdite.

E' questo il tema che la pianificazione finanziaria deve riuscire a ad affrontare e a risolvere efficacemente. Una corretta pianificazione finanziaria rende le perdite talmente improbabili da essere facilmente tollerate (soggettività), e altrettanto facilmente sostenute (oggettività). Per tutto il resto ci sono le soluzioni assicurative.

Dobbiamo ricordare che le perdite non sono le oscillazioni di valore del patrimonio, se confondiamo questi due fattori allora ci esponiamo realmente a perdere soldi. Lo stesso discorso vale anche per i guadagni, ma i guadagni non fanno paura! Questa la differenza fondamentale.

Una corretta pianificazione finanziaria annulla le perdite e tutto diventa più semplice.


Tags


You may also like

{"email":"Email address invalid","url":"Website address invalid","required":"Required field missing"}

Compila il modulo per contattarmi

Nome*
Email*
Messaggio
0 of 350

>