Luglio 13

Effetto elastico: la finanza riprende a crescere

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E se la flessione dei mercati dovesse proseguire più a lungo? E se la caduta fosse più violenta di un forfettario 20%, con tempi di recupero che inevitabilmente si allungano? Che cosa c’è da sapere, in uno scenario simile?

Premessa

Se le domande del tutto legittime, sia perché situazioni del genere si son già verificate in passato, sia perché stiamo attraversando una fase nella quale una correzione importante c’è già stata e i mercati potrebbero non volerne sapere di invertire la rotta in tempi brevi.

Così fosse, la consapevolezza dell’investitore deve trovare una linfa dal cosiddetto effetto elastico.

Che cos'è l'effetto elastico

Si tratta di una regola che i mercati hanno sempre dimostrato di seguire in passato, regola che si basa sul seguente principio: tanto più intensa è la discesa, tanto più forte è la ripartenza nei periodi immediatamente successivi.
Come un elastico, i mercati possono allungarsi ed estendere la flessione in modo significativo, rispetto alla situazione iniziale.
Eppure, non appena vengono meno le variabili esterne che hanno contribuito a stressarli, la reazione contraria è repentina. Talvolta sorprendente. Spesso veemente.
Su quali basi affermiamo questo effetto elastico in campo finanziario? Sulla base dei numeri, come sempre.
Di seguito, vediamo cosa è accaduto in passato ogni volta che la flessione si è fatta più consistente (elaborazione Ecomatica su dati ufficiali, rendimenti net return in dollari americani).
A sinistra il valore cumulato della perdita mentre a destra il corrispondente recupero riscontrato nei periodi immediatamente successivi.

Mercato azionario americano, serie storica 1928-2021.

Mercato azionario americano, serie storica 1928-2021.

Azionario globale, serie storica 1970-2021.

Azionario globale, serie storica 1970-2021.

Azionario Paesi Emergenti, serie storica 1988-2021

Mercato azionario americano, serie storica 1928-2021.

Fa certamente specie il 2020, protagonista della caduta più recente e più repentina, a fronte della quale il recupero si è manifestato in tutti questi benchmark nell’arco di pochi mesi e non di pochi anni, come storicamente avvenuto in passato.

Una precisazione importante: la crescita delle quotazioni è spesso proseguita ben oltre la performance qui indicata negli anni che hanno fatto seguito al drawdown.

L’obiettivo di questa analisi, tuttavia, è ben preciso: non tanto ricordare la ricchezza generata nel lungo termine dai mercati finanziari, aspetto di cui siamo da tempo ben consapevoli, quanto piuttosto evidenziare il vigore che i mercati hanno sempre saputo dimostrare ogni volta che le diverse crisi li hanno pesantemente coinvolti e condizionati.

Mercati che sanno cadere pesantemente e velocemente.

Ma che, a differenza dell’elastico, non si rompono mai. Per quanto siano esposti a shock esogeni dirompenti.


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